Sempre parlando di formazione, qualcosa di più di una semplice citazione va fatta sulla Sydney University, trentanovesimo ateneo mondiale secondo i parametri del QS World University Rakings.
La Sydney University si trovava a 10 minuti dalla mia abitazione di Glebe e affaccia sul Victoria park, piccolo parco ove è allocata, oltre ad un laghetto e a interessanti elementi di arredo urbano per il gioco dei bimbi, una splendida piscina olimpionica all’aperto, ove ho avuto il piacere di nuotare più volte a prezzi modici.
L’università di Sydney è caratterizzata da una serie di edifici storici, il più antico dei quali mi ha subito ricordato l’edificio della saga di Henry Potter, unitamente a padiglioni realizzati il secolo scorso e alla recente esecuzione, nel 2008, della nuova facoltà di legge.
Quest’ultimo edificio, progettato dall’architetto Richard Francis-Jones, è caratterizzato da una facciata in tripla pelle e da ampi spazi sotterranei, ove è posta la biblioteca, con sala di lettura illuminata da una grande torre conica che emerge sul piazzale.
Questo spazio pubblico all’aperto, unito ad ulteriori elementi di connessione e distribuzione pedonale, è contraddistinto da un pregevole disegno progettuale oltre che particolare ordine e pulizia.
Nella mia peregrinazione attraverso gli edifici dell’università mi sono ad un certo punto ritrovato nel così detto “Graffiti tunnel”, unico spazio ove sono presenti graffiti, di non particolare pregio, così come le bombolette per realizzarli.
Avrei potuto anche io dare il mio contributo, ma mi sono limitato semplicemente a pensare che in quella società altamente civile, un piccolo spazio, nascosto, era stato messo a disposizione per sfogare bassi istinti, ma guai a farlo fuori di li, perché l’arresto in tal senso è assicurato, come certa è la pena per chi lorda gli spazi altrui, siano essi pubblici o privati.
Altra cosa veramente interessante della Sydney University, così come dell’UTS, è la presenza nelle immediate vicinanze dei padiglioni, di pregevoli residenze universitarie, tipiche nel mondo anglosassone e dette “Urbanist”,arricchite da giardini ed elementi di arredo per la socializzazione e il gioco di notevole fattura, in ottimo stato di manutenzione ed anche in questo caso senza nessuna delle scritte che imbrattano le nostre città in generale e l’università in particolare.
Di fatto quindi, anche l’università è quindi contraddistinta da edifici per la didattica di epoche diverse e in continua trasformazione, oltre a strutture di pregio per l’accoglienza e la vita di tutti i giorni degli studenti.
In uno di essi, ove sono entrato liberamente, alla mia sinistra c’era una zona palestra con attrezzi allo stesso livello dei migliori centri fitness italiani, oltre arredi per la sosta pregevolissimi , una moltitudine di postazioni di computer a disposizione degli ospiti e, non ultima un’ addetta alla reception, che mi ha accolto con uno splendido sorriso, dandomi le informazioni relative all’ospitalità.
La stessa sensazione di piacere l’ho avuta nelle corti pedonali su cui affacciano le case dello studente, simili a quanto si trova a livello generale negli spazi pubblici, e contraddistinte da arredo urbano di particolare pregio: sedute di ogni tipo e materiale, tavoli da ping pong metallici intonsi ove tutti possono giocare , giochi per bimbi caratterizzati da acqua, sabbia, elementi per arrampicarsi, contraddistinti questi ultimi sempre da pavimentazioni morbide, per mitigare il rischio di infortuni in caso di cadute.
Tutto ciò in tutte le parti della città, con uno stato di manutenzione invidiabile, che farebbe quasi pensare che il tutto, in ogni dove, sia stato realizzato nell’ultima settimana.
Dopo queste ultime considerazioni, nel prossimo post finalmente comincerò a descrivere il centro di Sydney, a partire dal Darling Harbour, il vecchio porto caratterizzato da una serie di interventi urbanistici di riqualificazione che termineranno quest’anno.