Andiamo ora a descrivere meglio gli aspetti più propriamente legati alla città.
Sydney ha un estensione notevole, contraddistinta da una costa frastagliata ove si ergono i vari quartieri. La zona centrale, maggiormente cosmopolita, ed in fase di notevole trasformazione, è rappresentata da grattacieli altissimi che svettano nelle immediate vicinanze di edifici “storici”.
Il tessuto della città nella parte periferica è caratterizzato invece da pochi edifici plurifamiliari, zone commerciali e una continuità di villette a uno o due piani, circondate da posto auto e giardino sui lati principali, e con distacchi dai confini laterali di circa 1,5 mt ; quasi mai presenti recinzioni rispetto alla strada, segno questo che la criminalità legata alle effrazioni e furti nelle proprietà private, siano esse automobili o abitazioni, è praticamente inesistente.
Questa caratteristica urbana, prevalentemente anglosassone la vediamo spesso nelle serie televisive americane, e riflette probabilmente un impronta urbana dettata dalle teorie di Wright relative a “Broadacre Cit y”, città ideale estesa, con ampi spazi e servita da un efficace sistema viabilistico, che doveva definire un sistema a griglia, al cui interno erano disposte residenze, fabbriche ed attrezzature urbane, e dove ogni famiglia aveva a disposizione un acro di terreno, pari a circa 4000 mq.
La viabilità di Sydney è caratterizzata da grandi arterie a più corsie per unire la città al centro, con una continuità di ponti, anche importanti che superano notevoli specchi d’acqua. Le strade secondarie, specie in periferia, mancano di semafori e ogni incrocio è caratterizzato da rotonde, simili a quelle che ora caratterizzano spesso incroci periferici italiani.
La viabilità di Sydney è caratterizzata da grandi arterie a più corsie per unire la città al centro, con una continuità di ponti, anche importanti che superano notevoli specchi d’acqua. Le strade secondarie, specie in periferia, mancano di semafori e ogni incrocio è caratterizzato da rotonde, simili a quelle che ora caratterizzano spesso incroci periferici italiani.
Da un punto di vista costruttivo grosse differenze ci sono tra il centro, modernissimo e quindi legato alle migliori e più avanzate tecnologie, rispetto alla periferia, ove le villette, tutte prevalentemente con struttura a secco in legno o metallica, pannelli coibentanti in cartongesso e rivestimenti di varia fattura, ma facilmente smontabili.
Infatti, nella logica culturale anglosassone, mentre le ville più antiche e di maggior pregio sono realizzate in materiali di maggior pregio, le villette più recenti, della media borghesia, riflettono probabilmente la non stanzialità della popolazione, con continui spostamenti alla ricerca delle migliori condizioni di lavoro, così come di nuovi arrivi, attratti da presupposti di vita altamente allettanti.
Ecco quindi che, nella zona dove vive mio fratello ho visto vari cantieri di sostituzione edilizia, conseguenza di nuove acquisizioni, prevalentemente da persone di origine cinese, che rappresentano oggi una etnia in notevole espansione a Sydney, perché attratta dalle grandi occasioni di lavoro e investimento.
Nel prossimo post descriverò i quartieri che mi hanno maggiormente colpito, iniziando con la zona limitrofa all’università di Sydney, ove ho vissuto per una decina di giorni, ospite di un collega italiano.