Quanto è dura rientrare dopo 15 giorni a Sydney nel periodo delle feste di Natale e Capodanno.

Il trasferimento di mio fratello, avvocato, a Sydney, ha creato il presupposto di questa mia visita dall’altra parte del mondo e, come immaginavo, il rientro in patria è stato disastroso, perché ancor più di prima è netta la sensazione di come si viva male ormai in Italia.

Due settimane senza le infinite e stucchevoli polemiche politiche, senza telegiornali tutti uguali, con notizie tutte disastrose, in chiave sociale, economica,scandalistica, per poi ritrovarsi di nuovo in questo inferno dove, oltre a tutto ciò, è dilagante la maleducazione, la sporcizia, il pressappochismo e il malaffare.

 

La prima cosa notata, rispetto a Roma e Milano, città che frequento normalmente, è la mancanza di scritte deturpanti sui muri, sui mezzi pubblici, sugli elementi di arredo urbano, così come sulle recinzioni dei cantieri più importanti, segno questo di una coscienza civica e di un controllo sul territorio che fanno parte del tessuto sociale generalizzato, assorbito immediatamente anche da chi, proveniente da altri paesi ed etnie, non è abituato a ciò.

In centro, come nei quartieri periferici, l’educazione e il rispetto, sia per la cosa pubblica che per la proprietà privata, la fanno da padrone e ciò lo si assapora già dal comportamento che tutti gli utenti della strada –pedoni, ciclisti, automobilisti – hanno nei confronti gli uni degli altri; lampante è ad esempio il comportamento degli automobilisti che, quando un pedone si avvicina ad un passaggio pedonale, si fermano e danno la precedenza a quest’ultimo… come da noi, dove appena rientrato, ho rischiato di finire sotto le ruote più volte.

Questo è l’antipasto della mia esperienza, accompagnato da qualche foto..nei prossimi giorni post più legati all’urbanistica e all’architettura della Sydney, sempre con un taglio di confronto con ciò che caratterizza, purtroppo l’Italia.

Pin It on Pinterest

Share This